La Ugl Terziario Romagna chiede l’estensione del welfare aziendale per i lavoratori del turismo stagionale; in particolare si richiede l’estensione del premio di produzione, di risultato e dell’assistenza sanitaria per tutti i lavoratori a tempo indeterminato e non impegnati nel settore turistico.

“Chiediamo garanzie economiche e normative per i lavoratori stagionali del turismo che vadano oltre le tariffe minime tabellari previste dal contratto collettivo nazionale di settore, che a causa dell’inflazione e del carovita non sono più idonee nel garantire una sopravvivenza dignitosa”, aggiunge Greco. Per questo sono stati chiesti tavoli comunali ad hoc “con tutte le parti coinvolte in questo segmento importante dell’economia romagnola, gli amministratori, le parti datoriali e i sindacati. In quella sede si potrebbero definire e concertare accordi stagionali di settore che contemplino le forme precedentemente elencate di welfare aziendale stagionale da sottoscrivere con le strutture ricettive interessate e limitatamente a tale periodo di lavoro. Stilare protocolli che offrano garanzie nell’immediato per la ricerca di personale, e l’adeguamento economico e contrattuale dei lavoratori», è la proposta messa sul piatto dalla Ugl Terziario Romagna che ritiene l’inadeguatezza dei salari “una delle cause principali del mancato incrocio tra domanda e offerta di lavoro nel settore turistico. Migliorare gli stipendi e garantire benefit al personale convincerebbe i potenziali candidati a presentarsi con più convinzione alle offerte di impiego che il settore turistico, alberghiero, balneario e dei parchi divertimento della Romagna lancia ogni anno nel periodo estivo”. Conclude Greco: “Ormai è più che evidente che i giovani non sono disponibili a lavorare sottopagati e senza una garanzia contrattualmente soddisfacente per l’intera stagione estiva. Un settore, quello del turismo, che accoglie nella Riviera romagnola qualche milione di turisti ogni anno e che dovrebbe garantire il migliore livello di accoglienza e professionalità dei servizi per reggere la concorrenza estera, sempre più agguerrita. Non possiamo permetterci che l’accoglienza turistica si sgretoli ogni stagione di più indebolendo questo comparto della nostra economia”.